Scritto da Claudia L.
Il sesso non era un tabù per gli Egizi. Risale al XII secolo a.C. uno dei papiri erotici più antichi, esposto al Museo Egizio di Torino, che illustra, senza imbarazzo, alcune acrobazie sessuali tra un contadino e una cortigiana. Popolo emancipato, tra i primi praticanti dello striptease, gli Egizi erano accompagnati nell’aldilà dalle concubine del defunto, figurine femminili di terracotta con tatuaggi sulle parti intime, inserite nelle tombe di faraoni e scribi.
Le regole della seduzione per le donne egizie erano tutto il contrario di quelle contemporanee: acconciarsi per un incontro erotico, anziché svestirsi, con parrucche elaborate, unguenti e oli profumati per capelli, vesti e gioielli. Lattuga, cipolla, vino al coriandolo, zenzero e melograno erano gli afrodisiaci dell’Alto e del Basso Egitto.
Anche la contraccezione per i niloti non era un segreto: gli uomini utilizzavano intestini di animali oliati e coperture di lino ricamato come rudimentali preservativi, mentre il contraccettivo femminile era una sorta di tampone di lana intinto nel succo di dattero con miele e petali di acacia. Grazie all’acido lattico prodotto dall’acacia in fase di fermentazione, si creava un ambiente sfavorevole per gli spermatozoi.
L’olisbos – dal greco olisbein, “infilarsi, scivolare dentro” – era il tipico sex toy per le donne dell’antica Grecia: un oggetto dalla forma fallica con struttura in legno e rivestito con cuoio imbottito. Olio d’oliva come lubrificante o altri rimedi naturali.
Lo sciopero del sesso è uno dei temi della Lisistrata di Aristofane, una commedia dagli intenti pacifisti, rappresentata per la prima volta ad Atene nel 411 a.C. durante la guerra in Peloponneso. Si tratta del primo testo di cui siamo a conoscenza che tratta il tema dell’emarginazione femminile, la cui vita sociale nell’Atene del V secolo a.C. era piuttosto limitata, e allo stesso tempo la loro forza di imporsi sugli uomini collaborando tra di loro. La commedia racconta un mondo al contrario in cui le donne ateniesi e alcune spartane occupano l’Acropoli e mettono in atto un vero e proprio sciopero del sesso, come atto di protesta, fino a quando gli uomini impegnati nell’esercito non firmeranno un atto di pace.
La civiltà precolombiana dei Moche, che abitò in Perù tra I e VII secolo, era di sicuro la più spregiudicata. Lo testimoniano una grande quantità di vasi, brocche, piatti in ceramica raffiguranti vere e proprie scene porno – sodomia, orge, masturbazione, sesso orale, accoppiamenti con animali – ritrovati sui sarcofagi Moche.
Il detto taoista fare nuvola e pioggia definiva il piacere sessuale nella Cina tra il III a.C. e il III d.C. Secondo gli antichi l’energia sessuale scaturita dall’unione delle forze cosmiche di yang, principio maschile, e yin, quello femminile, regalava forze vitali a entrambe le parti. Per non disperdere queste energie si consigliava all’uomo di praticare rapporti poligami con 3, 9 o 11 vergini a notte o coito interrotto.
Con i primi secoli d.C. in India Vatsyayana scrive il Kama Sutra, l’antico testo-guida al godimento sessuale, considerato uno dei testi classici della cultura hindu sulla realizzazione del sé nella vita terrena attraverso artha – il benessere –, kama – il desiderio –, dharma – il senso etico –, moksha – la liberazione dal mondo materiale –.
Il Kama Sutra si divide in 36 capitoli, 7 libri e 64 parti, e raccoglie un totale di 64 posizioni sessuali descritte e rappresentate in un unico capitolo. Secondo Vatsyayana esistevano otto modi di fare l’amore, moltiplicati per otto posizioni per ognuno. Solo il 20% del libro è dedicato alle posizioni, per il resto si parla di sentimento amoroso, il rapporto tra uomo e donna, consigli per essere un buon cittadino.
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